Non c’è pace per il Sinai, ieri pomeriggio verso le ore sedici, un camioncino che stava riportando a casa degli agricoltori col loro raccolto al ritorno da una giornata di lavoro nei campi, è stato colpito, probabilmente da una velivolo senza pilota appartenente all’esercito o alle forze di forze di sicurezza egiziane.
Il fatto è avvenuto non lontano dalla città di Bir El-Abd, centro urbano situato nell’entroterra a poca distanza dalla costa mediterranea, lungo la direttrice stradale che collega Al-Arish con il Canale di Suez.
Nell’esplosione hanno perso la vita almeno dieci persone, mentre sei sarebbero i feriti.
L’attacco all’autoveicolo è seguito a un’azione contro una postazione presidiata dalle forze di sicurezza dello Stato egiziano. Elementi ostili avrebbero aperto il fuoco colpendo con un lanciarazzi tipo Rpg un veicolo corazzato.
Ora si dovrà accertare se l’attacco al pick-up dei contadini è stato un errore dei militari – e in questo caso non si tratterebbe del primo -, dunque di una fatalità, oppure di un atto deliberato, e allora si tratterebbe di un crimine ingiustificabile.
La popolazione locale è esasperata e allo stesso tempo terrificata dall’escalation di violenza che sta interessando il Sinai, infatti sono ormai pressoché continue le imboscate effettuate da terroristi (o presunti tali) e i rastrellamenti di esercito e polizia, che, è noto, non vanno per la leggera e non infrequentemente per negligenza, impreparazione o nervosismo, commettono errori fatali.
Una dinamica perversa che sta mietendo un gran numero di vittime anche tra i civili incolpevoli.