I lavori dell’Assemblea speciale del sinodo dei vescovi per la Regione panamazzonica sono ufficialmente iniziati.
Riferisce l’agenzia ACI Stampa che il pontefice, in processione dalla Basilica di San Pietro all’Aula del sinodo, ha poi aperto il dibattito con i 184 padri sinodali convenuti, esprimendosi in lingua castigliana riguardo alle decisioni relative all’Amazzonia e ai «nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale». 184 padri sinodali.
Protagonisti della processione di questa mattina sono stati i diciassette rappresentanti dei popoli originari, che hanno issato sulle loro spalle portandola in processione una canoa con i simboli e i prodotti tipici della loro terra.
Nel suo discorso di esordio, Bergoglio ha voluto rammentare le quattro dimensioni di questo sinodo: pastorale, culturale, sociale e ecologica.
«La dimensione pastorale – ha affermato – è quella essenziale che copre tutto. Ci avviciniamo con un cuore cristiano e vediamo la realtà dell’Amazzonia con gli occhi di un discepolo per capirla e interpretarla con gli occhi di un discepolo».
Poi il pontefice ha fatto riferimento ai missionari: «L’amore che lo spirito santo ha messo in noi ci spinge all’annuncio di Gesù Cristo, un annuncio che, sappiamo tutti, non deve essere confuso con il proselitismo. Ma ci avviciniamo a considerare la realtà amazzonica con questo cuore pastorale, con gli occhi di discepoli e missionari».
Secondo il capo della Chiesa cattolica romana è necessario avvicinarsi alle popolazioni amazzoniche «in punta di piedi», cioè «rispettando la loro storia, le loro culture, il loro stile di vita, nel senso etimologico della parola, non nel senso sociale che spesso diamo. Poiché i popoli hanno la propria identità, tutti i popoli hanno la loro saggezza, la consapevolezza di sé. I popoli hanno un sentimento, un modo di vedere la realtà, una storia, un’ermeneutica e tendono ad essere protagonisti della propria storia con queste cose, con queste qualità».
Quindi una messa in guardia dalle ideologie, in fondo non si è trattato di una novità per Bergoglio, anche alla luce del suo non certo idilliaco rapporto avuto nel passato con la Teologia della Liberazione.
«Le ideologie sono un’arma pericolosa – ha infatti dichiarato il papa sudamericano -, tendiamo sempre ad afferrare un’ideologia per interpretare un popolo. Le ideologie sono riduttive e ci portano a un’esagerazione nella nostra pretesa di comprendere intellettualmente, ma senza accettare. Capire senza ammirare».
Egli ha concluso affermando che: «il Sinodo non è un Parlamento, non è un call center, non è un mezzo per mostrare chi ha più potere sui media e chi ha più potere tra le reti di imporre qualsiasi idea o piano. Il Sinodo è camminare insieme sotto l’ispirazione e la guida dello spirito santo».
«Quale sarà il nostro lavoro qui? – ha quindi chiesto ai presenti – Prima di tutto pregare. Fratelli e sorelle vi chiedo di pregare molto, di riflettere e dialogare. Ascoltare con umiltà. Essere nel sinodo significa entrare in un processo, non in uno spazio dentro la sala, ma nei processi ecclesiali, che devono venire tutelati e curati, seguiti come un bambino, con delicatezza. La delicatezza e la prudenza della comunicazione che faremo fuori. C’è tanta gente che vuole sapere, i fratelli giornalisti, che hanno la vocazione di servire. Saranno previsti servizi stampa, briefing, ma un processo come quello di un sinodo può essere danneggiato se io quando esco da questa sala dico quello che penso, senza riflettere. Il Sinodo è un cammino della Madre Chiesa che per un’informazione data con imprudenza può equivocarsi».