PRESIDENZIALI USA. I democrats attaccano Trump sull’Ucraina. Joe Biden vittima del “fuoco amico”

Il candidato alla presidenza degli States più quotato del campo democratico rischia già di finire fuori dalla corsa alla Casa Bianca che si concluderà nel 2020.

Parliamo di Joe Biden, l’oggetto delle attenzioni particolari di Trump, secondo quanto ci dicono le trascrizioni di alcune conversazioni dell’attuale presidente statunitense con il suo omologo ucraino Zelenskij.

Pur partendo da sondaggi ampiamente favorevoli, Biden rischia, infatti, di passare le lunghe primarie democratiche a dover rispondere delle relazioni pericolose di suo figlio Hunter Biden in Ucraina.

Facciamo un passo indietro. E’ il 2014 e Joe Biden, in qualità di vice presidente di Barack Obama, assume la gestione dei dossier riguardanti l’Ucraina con l’incarico di approntare un piano economico che sottragga l’Ucraina dalla dipendenza dalla Russia con la quale, dopo l’annessione della Crimea è in stato di guerra.

Qualche mese dopo, suo figlio Hunter Biden, in qualità di esperto legale per le questioni internazionali, diviene consigliere d’amministrazione della Burisma, la più importante società di estrazione di gas e petrolio dell’Ucraina.

Le intercettazioni sulle quali Trump starebbe rischiando la procedura d’impeachment, stanno infatti rinfrescando la memoria di quei fatti e di come il pubblico ministero ucraino Viktor Shokin, chiamato ad indagare sui grandi casi di corruzione pubblica, venne rimosso dall’incarico proprio dietro la minaccia di Biden di bloccare l’ultima tranche di un finanziamento concesso dagli Usa all’Ucraina.

Le richieste del presidente Trump al suo omologo ucraino, recentemente rese pubbliche, sono volte a chiedere chiarimenti sulla rimozione di quel giudice avvenuta nel 2016, anche e soprattutto perché, in quella circostanza, lo stesso Biden, si vantò di aver fatto dimettere il procuratore generale ucraino in sei ore.

In buona sostanza, i democratici che oggi accusano Trump di abusare del suo potere, vantano un candidato alla presidenza che è ricorso agli stessi metodi, quando era vicepresidente degli States, compiendo un’ingerenza negli affari di un altro Paese, forse per tacitare un’indagine sulla corruzione che avrebbe potuto coinvolgere suo figlio.

L’unica differenza con l’abuso contestato a Trump e che quest’ultimo avrebbe chiesto un indebito aiuto all’estero per favorire la sua campagna elettorale volta ad ottenere un secondo mandato.

Le trascrizioni che rievocano quei fatti, evocano dunque ombre che si proiettano sull’intero sistema di potere statunitense. Su Donald Trump, ma anche su Joe Biden.

I democrats che vogliono sconfiggere Trump per via giudiziaria prima che attraverso le elezioni, farebbero bene a riflettere su questo dato. Nella campagna ucraina contro Trump, la prima vittima da “fuoco amico” potrebbe essere proprio il loro candidato più quotato nella corsa alla Casa Bianca.

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