Fonti vicine alle agenzie di sicurezza di Hamas – l’organizzazione islamista al potere nella Striscia di Gaza dopo aver espulso con la forza Fatah – martedì scorso hanno reso noto che dodici membri dell’altra organizzazione islamista attiva nella Striscia, la filoiraniana Jihad islamica, sarebbero stati tratti in arresto e quindi attualmente detenuti in qualche prigione a Gaza in quanto sospettati di essere responsabili della recente serie di misteriosi attentati suicidi contro obiettivi della stessa Hamas.
La notizia è stata rimpallata dal sito di informazioni israeliano Debka, che ha aggiunto che i militanti della Jihad sarebbero stati prelevati dopo che le cariche esplosive erano state rinvenute in cinque depositi occultati in nascondigli dell’organizzazione.
Alcuni erano situati non lontano dai luoghi dove vengono organizzati i periodici disordini di massa contro lo Stato ebraico, cioè a ridosso della recinzione di frontiera tra la Striscia di Gaza e Israele.
In un appartamento sito in un quartiere centrale di Gaza City, gli uomini della sicurezza di Hamas avrebbe anche rinvenuto tre cinture esplosive in uso agli shuhada (in lingua araba «martiri», termine col quale vengono abitualmente indicati gli attentatori suicidi).
Secondo le fonti di Hamas, la cellula della Jihad islamica che è stata smantellata stava preparando altri attacchi all’interno della Striscia, includendo tra i propri obiettivi un autobus degli agenti di polizia.