Diversi missili guidati anticarro sono stati lanciati dal territorio libanese contro una postazione dell’esercito israeliano oltre il confine. A essere colpiti sono stati alcuni veicoli militari in pattugliamento lungo la linea di frontiera, interamente presidiata dai militari di Tsahal, tra Stato ebraico e Libano.
Hezbollah ha rivendicato la paternità dell’attacco, assumendosi in questo modo la responsabilità dell’ulteriore conflitto che potrebbe divampare nella regione. In fondo il «Partito di Dio» lo aveva annunciato pubblicamente che avrebbe compiuto azioni del genere come ritorsione contro Israele per l’ultimo strike che aveva subito in Libano per mezzo di veicoli a pilotaggio remoto (droni).
Portavoce della milizia sciita affermano che un veicolo militare israeliano sarebbe stato colpito e che il personale al suo interno sarebbe rimasto ferito, tuttavia, la notizia non è stata ancora confermata da Gerusalemme.
L’agenzia stampa di stato di Beirut riferisce che, in un comunicato emesso da Hezbollah è stato annunciato che: «La resistenza islamica alle ore 16:15 di domenica pomeriggio, 1 settembre 2019, il gruppo Hassan Zabeeb e Yasser Daher hanno distrutto un veicolo militare sulla strada che conduce alle caserme Avivim, ferendo coloro che si trovano al suo interno», aggiungendo inoltre che molti dei missili lanciati avrebbero colpito gli obiettivi.
I militari israeliani hanno risposto al fuoco nemico.
Il comando delle Forze di difesa dello Stato ebraico ha immediatamente diramato l’ordine di impiego dei rifugi antiaerei presenti nelle città delle zone lungo il confine con il Libano.
Intanto schizza in alto la tensione nella regione mediorientale. Il primo ministro libanese Saad Hariri, cercando di correre ai ripari in qualche modo, ha subito chiamato il segretario di stato Usa Mike Pompeo e ha rivolto un’accorata richiesta di aiuto anche al presidente francese Emmanuel Macron al fine di ottenerne l’intervento e porre fine allo scontro di confine in atto che coinvolge direttamente il suo paese.