MEDIO ORIENTE, terrorismo internazionale. Il Paraguay inserisce Hamas ed Hezbollah nella «lista nera»

Il governo di Asunción ha inserito nella proprio elenco delle organizzazioni terroristiche il movimento palestinese con base nella Striscia di Gaza e l’organizzazione sciita libanese. Paraguay e Argentina sono gli unici due paesi dell’America Latina ad aver definito così Hezbollah, accusandolo del grave attentato del 1994 contro un centro della comunità ebraica che provocò ottantacinque morti

Nei giorni scorsi il governo paraguaiano ha annunciato di avere inserito nella proprio elenco delle organizzazioni terroristiche il movimento palestinese Hamas (con base nella Striscia di Gaza) e l’Hezbollah libanese.

La decisione è stata ovviamente apprezzata dallo Stato ebraico, che per bocca del ministro degli esteri Israel Katz, ha lodato la scelta dell’amministrazione presieduta da Mario Abdo Benítez, descrivendola come «un’azione nella lotta contro il terrorismo sponsorizzato dall’Iran».

Nelle stesse ore Bloomberg riferiva che anche il Brasile del presidente Jair Bolsonaro sarebbe sul punto di assumere la medesima posizione di Asunción.

A Brasilia tuttavia, l’allineamento filo-israeliano incontra degli ostacoli, poiché i vertici dello stato e gli operatori economici del Paese latinoamericano temono le possibili reazioni della Repubblica Islamica dell’Iran, stretto alleato e sponsor del movimento sciita libanese.

Infatti, gli iraniani importano ogni anno prodotti brasiliani per un valore complessivo di due miliardi e mezzo di dollari, una cifra che pesa certamente non poco sulla bilancia commerciale e che potrebbe registrare una sensibile riduzione qualora Bolsonaro decidesse di compiere questo passo, seppure quest’ultimo sia favorevole in quanto desideroso di allineare completamente la sua politica estera con gli obiettivi perseguiti dall’amministrazione Usa guidata da Donald Trump.

Inoltre, nei termini prettamente giuridici, a condizionare le scelte di Brasilia c’è la vacatio relativa alla specifica materia, poiché nel diritto brasiliano non è presente una definizione univoca di «terrorismo».

Infatti, in quel paese vengono considerati terroristi soltanto quei gruppi e quelle organizzazioni già precedentemente dichiarate tali dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e nell’elenco stilato al Palazzo di vetro figurano al-Qaeda e Islamic State ma non Hamas ed Hezbollah.

Tornando al Paraguay, va rilevato che esso si unisce all’Argentina tra il novero degli unici due paesi dell’America Latina ad aver definito Hezbollah un’organizzazione terroristica.

Buenos Aires accusa l’organizzazione di essere responsabile di un grave attentato terroristico compiuto nel 1994 ai danni di un centro della locale comunità ebraica, azione che provocò la morte di ottantacinque persone.

Era quella la fase della “riformulazione” della propria strategia da parte dell’organizzazione sciita, che – dopo una serie di eliminazioni mirate di elementi del proprio vertice politico-militare a opera degli israeliani – la condusse a un parziale spostamento del baricentro delle attività terroristiche al di fuori del Medio Oriente.

Nella sanguinosa campagna terroristica contro obiettivi ebraici in Argentina condotta nella prima metà degli anni Novanta, per la cellula incaricata delle azioni il Paraguay costituì un fondamentale retroterra.

In particolare la zona di Ciudad del Este, caratterizzata dalle intense attività criminali e di contrabbando.

All’inizio del 2019 era stato il Regno Unito a inserire nella propria lista nera Hezbollah, motivando l’atto come una «conseguenza delle attività destabilizzanti poste in essere dall’organizzazione sciita libanese in tutto il Medio Oriente», specificando che, allo stato attuale, era divenuto impossibile distinguere tra la sua ala politica e la struttura militare.

Dopo essersi aggiudicata diciotto seggi alle elezioni politiche libanesi del 2018, Hezbollah ha contribuito a formare la coalizione di governo che attualmente guida il Paese dei cedri.

Dall’ultima guerra combattuta contro le forze armate israeliane, risalente al 2006, l’organizzata e potente milizia sciita ha avuto modo di rafforzarsi significativamente sul piano delle sue capacità militari, giungendo a schierare un arsenale di tutto rispetto, comprendente – si tratta comunque di stime elaborate e diffuse dall’intelligence dello Stato ebraico – almeno oltre 100.000 vettori missilistici a corto e medio raggio e diverse centinaia di missili a lungo raggio, sistemi d’arma puntati contro il territorio dello Stato ebraico.

Condividi: