«ACI Africa è un ampliamento del buon impegno di EWTN nel contribuire a raccontare la storia dell’Africa da una prospettiva più realistica ed equilibrata».
Questo il commento espresso a Nairobi dal vescovo Emmanuel Badejo – religioso al vertice del Comitato episcopale panafricano per la comunicazione sociale in Africa (CEPACS) – riguardo alla nascita di una nuova agenzia del Gruppo Aci.
Riferisce infatti una nota di agenzia diffusa oggi da ACI Stampa, che «da sabato scorso una nuova realtà informativa permette all’Africa di essere al centro dell’attenzione nella sua realtà, con racconti e storie, notizie ed approfondimenti senza manipolazioni».
La realizzazione di ACI Africa è stata resa possibile grazie al supporto fornito dalle autorità ecclesiastiche africane e vaticane.
Sempre monsignor Badejo ha poi aggiunto che «L’impegno a pubblicare notizie africane in una molteplicità di lingue sicuramente promuoverà una consapevolezza maggiore dell’attività della Chiesa, generando un vero senso della Chiesa come Famiglia di Dio nel continente».
In questo senso – ha quindi concluso – l’istituzione dell’ACI è sicuramente in linea con le aspirazioni del SECAM, «strumento volto a promuovere la solidarietà pastorale organica tra tutti i popoli dell’Africa».
A guidare la neonata agenzia di stampa sarà un giovane sacerdote keniota che da sette anni si occupa dell’informazione dall’Africa per Catholic News Agency, don Bosco Onyalla.
È stato lui stesso a spiegare ai collegi di ACI Stampa la missione della nuova struttura di informazione.
«Ci auguriamo – ha detto – che ACI Africa coinvolga i giornalisti cattolici africani per facilitare il racconto della storia africana da una prospettiva di fede cattolica. Il team di giornalisti cattolici presso la sede di ACI Africa a Nairobi si porrà in contatto con gli altri giornalisti cattolici che si trovano nei Paesi del continente africano per produrre e diffondere rapporti quotidiani mediante una varietà di piattaforme digitali, tra le quali il sito web, Twitter, Facebook e Instagram . Speriamo che attraverso i forum digitali, le attività della Chiesa nel continente saranno visibili e che le notizie quotidiane di ACI Africa contribuiranno, nel tempo, a rendere un’immagine realistica dell’Africa, spesso inquadrata negativamente».
Alla domanda rivoltagli dal cronista di ACI Stampa riguardo alla situazione della Chiesa in Africa don Bosco Onyalla ha poi risposto che:
«Affermare che l’Africa è grande e diversificata è una descrizione abbastanza accurata di questo ricco continente. La vastità geografica e le diversità culturali possono essere utilizzate per descrivere lo stato della Chiesa in Africa. Esistono otto conferenze regionali di vescovi cattolici in Africa, costituite da conferenze nazionali che comprendono una singola nazione o, talvolta, una combinazione di nazioni. ACI Africa viene lanciata nel momento in cui l’organismo che unisce la leadership della Chiesa cattolica in Africa, cioè il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), ha appena celebrato il suo Giubileo d’oro in Uganda, suo luogo di nascita. Infatti è lì che la SECAM è stata fondata nel luglio 1969, durante la prima visita in assoluto di un pontefice romano in Africa».
Le diversità culturali africane dal punto di vista della Chiesa vengono dimostrate nelle diverse lingue nelle quali la Bibbia è stata tradotta e attraverso quelle in cui si esprimono i sacerdoti quando celebrano l’Eucaristia.
«Inoltre anche dai vari gradi dell’impatto della Chiesa cattolica sulla società – ha proseguito il direttore di ACI Africa -, dal “dare voce ai senza voce”, all’essere profetico e a volte essere tiepido, mentre in alcuni altri casi anche solo nel tacere. Nel complesso, l’Africa rimane piuttosto fedele al cattolicesimo, con statistiche che mostrano una crescita costante. Concordo con coloro che hanno descritto l’Africa come entità che gradualmente e costantemente sta divenendo l’asse del cattolicesimo».
«Personalmente mi sono occupato dello sviluppo di Catholic News Agency for Africa (CANAA) come progetto del SECAM. Tuttavia, a causa delle sfide poste dal reperimento delle risorse il progetto ha sofferto non poco. Per un periodo di sei anni non mi è sembrato di conseguire l’obiettivo della produzione di contenuti originali perché mancavano le risorse».
«Ma ora l’idea è che ACI Africa possa pubblicare notizie quotidiane – ha concluso Bosco Onyalla -, ACI Africa potrebbe anche trovare una sua nicchia nella produzione di contenuti giornalistici per alcune pubblicazioni istituzionali. Per ora ACI Africa pubblicherà i suoi lanci di agenzia e i suoi articoli in lingua inglese e francese, tuttavia, nel giro di un anno lo farà anche in portoghese e nelle lingue più parlate nel Continente».