Nel corso dell’ultimo mese enormi quantità di alghe “sargassum” si sono depositate sulle coste messicane, della Florida e in alcune isole caraibiche, provocando gravi problemi ambientali e causando enormi danni economici al settore turistico.
Il sargassum è un’alga marrone che rinviene il suo habitat naturale in mare aperto, fornendo alle specie marine cibo, rifugio e zone di riproduzione, tuttavia, quando essa si deposita lungo le coste marcisce e, successivamente, emana un fastidioso e pungente lezzo che, per altro, attrae le mosche, generando così notevoli problemi alle comunità costiere.
Questa vegetazione marina galleggiante assorbe l’anidride carbonica atmosferica, un importante gas serra che contribuisce al riscaldamento globale, e attraverso la fotosintesi lo converte in carbonio organico.
Un articolo pubblicato recentemente su “Science” (The great Atlantic Sargassum belt), illustra in dettaglio come gli scienziati hanno rintracciato questa macroalga di colore marrone utilizzando dati raccolti mediante l’osservazione satellitare dell’Esa (Agenzia spaziale europea) degli ultimi diciannove anni.
Nel 2018 la maleodorante «cintura marrone» ha raggiunto il picco di estensione di 8.850 chilometri, dall’Africa occidentale al Golfo del Messico, all’incirca la stessa lunghezza della Grande Muraglia cinese.
La sua enorme crescita sarebbe stato favorito dalla eccessiva deforestazione e dal deflusso dei residui dei fertilizzanti impiegati in agricoltura attraverso il Rio delle Amazzoni, fiume nel quale erano finiti.
Il fenomeno ha iniziato a manifestarsi con evidenza a partire dal 2011 nel Mar dei Caraibi, nel Golfo del Messico e nello stato della Florida.
Allo scopo di rimuovere questi depositi (oltre 500.000 tonnellate di alghe) il governo messicano ha stanziato milioni di dollari, ma senza apprezzabili risultati.
