MEDIO ORIENTE, Iraq. UCAV non identificato colpisce campo milizia filoiraniana

Fonti israeliane riferiscono del bombardamento del quartier generale della 56ª Brigata della milizia Hashd Shaabi, situato nella provincia centrale irachena di Salahudin.

Un velivolo a pilotaggio remoto (UCAV, Unmanned Combat Air Vehicle), definito dal sito di informazioni israeliano Debka «non identificato», nella giornata di ieri ha bombardato il comando della 52ª Brigata della milizia filoiraniana Hashd Shaabi (Forze di mobilitazione popolare) situato nel governatorato di Salahudin, nell’Iraq centrale a nord della capitale Baghdad.

Si tratta di una provincia a forte presenza sunnita il cui capoluogo è la città di Tikrit, nota per avere dato i natali al dittatore baathista Saddam (Ṣaddām Ḥusayn ʿAbd al-Majīd al-Tikrītī), ma che comprende anche la città di Samarra. Il governatorato si era autoproclamato “regione semi-autonoma” nel 2011.

Fonti degli apparati di sicurezza locali hanno reso noto che nell’attacco sarebbero rimasti feriti almeno tre cittadini iracheni e due iraniani.

La 52ª Brigata Hashd Shaabi è un’articolazione della più importante Brigata Badr, guidata dal leader sciita Hadi al-Ameri e costituita negli anni Ottanta su impulso di Teheran.

Notizie fatte trapelare dall’intelligence saudita tuttavia non confermate da alcuna altra fonte, hanno in seguito riferito che l’attacco era mirato alla decapitazione del vertice della struttura nel corso di un vertice al quale avrebbero preso parte elementi apicali della Brigata, agenti iraniani ed esponenti di Hezbollah.

Le Forze di mobilitazione popolare (Hasdh Shaabi) sono una coalizione di milizie paramilitari attive in Iraq sorte a seguito dell’appello lanciato dall’ayatollah Ali al-Sistani il 13 giugno 2014, nel pieno della cruenta guerra civile che ha insanguinato il Paese arabo dopo la deposizione del regime baathista di Saddam.

Armate, finanziate e coordinate da Teheran – in parte, infatti, facevano capo all’Organizzazione Badr – , erano costituite da oltre cinquanta formazioni paramilitari composte prevalentemente da musulmani sciiti, ma con una presenza al loro interno di aggregazioni sunnite, cristiani, yazide e shabak.

L’autorevole guida religiosa sciita aveva chiamato gli iracheni al jihad contro il sedicente «Stato Islamico» del califfo al-Baghdadi (Ibrāhīm ʿAwed Ibrāhīm ʿAlī al-Badrī al-Sāmarrāʾī), il cui braccio militare aveva pochi giorni prima occupato l’importante città a forte presenza curda di Mosul.

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