SIRIA, guerra civile. Messaggio del Pontefice al presidente al-Assad

Nella sua lettera aperta indirizzata al leader di Damasco, Bergoglio ha rinnovato il suo appello affinché nel martoriato Paese venga protetta la vita dei civili e siano preservate le principali infrastrutture, come scuole e ospedali

Papa Francesco ha espresso la sua «profonda preoccupazione per la situazione umanitaria in Siria, con particolare riferimento alle condizioni drammatiche della popolazione civile ad Idlib».

Jorge Maria Bergoglio si è rivolto al presidente siriano Bashar al-Assad per mezzo di una “lettera aperta”.

Questa mattina a Damasco il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, accompagnato dal Nunzio apostolico in Siria cardinale Mario Zenari e da Nicola Riccardi, ha avuto un incontro con il presidente siriano Bashar al-Assad, al quale ha consegnato una lettera indirizzatagli da Sua Santità.

In seguito il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha commentato il contenuto della missiva affermando che: «All’origine di questa nuova iniziativa c’è la preoccupazione di Papa Francesco e della Santa Sede per la situazione di emergenza umanitaria in Siria, in particolare nella provincia di Idlib. Nell’area vivono più di tre milioni di persone, di cui 1,3 milioni di sfollati interni, costretti dal lungo conflitto in Siria a trovare rifugio proprio in quella zona che era stata dichiarata demilitarizzata l’anno scorso. La recente offensiva militare si è aggiunta alle già estreme condizioni di vita che hanno dovuto sopportare nei campi, costringendo molti di loro a fuggire. Il Papa segue con apprensione e con grande dolore la sorte drammatica delle popolazioni civili, soprattutto dei bambini che sono coinvolti nei sanguinosi combattimenti».

Il Pontefice ha rinnovato il suo appello affinché venga protetta la vita dei civili e siano preservate le principali infrastrutture, come scuole, ospedali e strutture sanitarie.

Bergoglio ha chiesto al presidente siriano di fare tutto il possibile per porre fine a questa catastrofe umanitaria, salvaguardando la popolazione inerme. In particolare i più deboli, nel rispetto del diritto umanitario internazionale.

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