Dato per morto dopo un grave malore in tarda mattinata, i lanci di agenzia battuti dopo le le 19,00, comunicavano che «Il presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi, vittima di un malore, è stato trasferito all’ospedale militare di Tunisi. Lo rende noto la presidenza tunisina in un comunicato».
Drammatica giornata per la Tunisia, nella medesima mattinata si è nuovamente manifestato il terrorismo jihadista.
Gli attentati di Tunisi. La prima esplosione è avvenuta a opera di un attentatore suicida nella centralissima rue Charles de Gaulle, a poche decine di metri dalla principale via della capitale, avenue de Bourghiba, all’ingresso della Medina e non lontano dall’ambasciata francese.
Lo «shahid» si è fatto saltare in aria dopo essersi avvicinato a una pattuglia della polizia, provocando la propri morte e quella di un agente in servizio, oltreché il ferimento di altre cinque persone.
Nel secondo attentato, compiuto invece nel distretto di al-Qarjani e che ha provocato il ferimento di quattro persone, è stata presa di mira la caserma delle forze di sicurezza nella quale hanno sede unità della Guardia nazionale e uffici della polizia giudiziaria.
Subito dopo gli attentati presso il Ministero degli Affari Esteri italiano e l’Ambasciata d’Italia a Tunisi è stata immediatamente attivata l’unità di crisi. Al riguardo la Farnesina ha reso noto il numero telefonico di emergenza al quale fare riferimento in caso di necessità, che è lo 0636225.
Gli attentati suicidi di matrice jihadista compiuti in pieno centro a Tunisi colpiscono in modo particolare il settore economico del turismo, proprio mentre questo si stava riprendendo dopo un periodo di grave crisi.
Ma non basta, a rendere ancor più drammatica questa giornata per il Paese nordafricano è la incertezza sulle condizioni di salute del Presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi, che nella stessa mattinata di oggi era stato trasferito d’urgenza all’ospedale militare della capitale e in tarda mattinata l’agenzia stampa tunisina “Tap”ne comunicava il decesso.
In questo momento assistiamo a una delicata e accesa fase di scontro politico in Tunisia e la coincidenza di terribili eventi potrebbe rendere più teso e difficile il già complicato percorso che condurrà il Paese al voto legislativo indetto per il prossimo 6 ottobre e alle successive elezioni presidenziali del 17 novembre.