Bloccato l’invio a sauditi ed emiratini di sistemi missilistici lanciabili da rampe installate su unità navali e di bombe di precisione sganciabili da aviogetti militari, questo è il sostanziale contenuto della mozione n.1/204 a firma Cabras-Formentini (e altri) che, ricevuto il sostegno del Governo, è stata approvata questa mattina alla Camera dei Deputati.
Cassate invece le altre richieste contenute nelle mozioni che vedevano contraria la maggioranza che esprime l’esecutivo in carica, cioè la mozione Fornaro (e altri) n.1/198, Quartapelle-Procopio (e altri) n.1/202, Lollobrigida (e altri) n.1/203 e Valentini (e altri) n.1/209, tutte concernenti iniziative di competenza per l’effettiva interruzione dell’esportazione e il transito di armamenti verso l’Arabia Saudita gli altri Paesi coinvolti nel conflitto in atto nello Yemen.
Con questo strumento il Governo Conte afferma di disporre ora di un mandato chiaro che gli consentirà di agire a livello politico oltre la preesistente normativa in materia costituita dalla Legge n.185/1990.
Attraverso di esso si dovrebbe dunque giungere alla sospensione di alcuni specifici sistemi d’arma forniti, in particolare, alla coalizione anti-Houti. Affermando di voler sostenere l’azione dell’inviato speciale dell’Onu e fornire i necessari aiuti umanitari alle popolazioni civili vittime della guerra, l’esecutivo giallo-verde giustifica la sua contrarietà alle altre mozioni presentate dai parlamentari della Repubblica appartenenti ai gruppi dell’opposizione.
«Si deve dare un giusto racconto del sistema industriale italiano per quanto riguarda il sistema della Difesa, che certamente non è tra i principali esportatori di armi in Europa e nel mondo in generale e soprattutto in quella regione, in particolare Arabi Saudita ed Emirati arabi uniti».
L’esponente del Governo Conte che ha riferito in aula – era il Sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano (M5s) – ha poi proseguito affermando che, per il fatto che «il quadro internazionale ha bisogno di un mandato preciso, oltre alla tutela di alcuni aspetti prettamente nazionali», l’esecutivo ha espresso quindi parere favorevole soltanto alla mozione n.1/204.
Il Parlamento italiano non si è dunque espresso nettamente per uno stop delle forniture militari italiane ai belligeranti del conflitto yemenita, una condizione ritenuta da molti per promuovere la pacificazione sostenendo le iniziative promosse dalla diplomazia internazionale e gli sforzi umanitari delle agenzie dell’Onu e di numerose ONG.
La guerra in atto nello Yemen – conflitto che si inquadra nel più vasto scontro regionale che vede contrapposta la coalizione a guida saudita (appoggiata dagli Usa) all’Iran e ai suoi alleati locali – è considerata una vera a propria catastrofe umanitaria. Civili uccisi, milioni di sfollati, case, scuole e infrastrutture rase al suolo, per non parlare dell’emergenza umanitaria provocata dalla fame e dalle epidemie.
Il blocco navale saudita non ha mai ricevuto una legittimazione dalla comunità internazionale. Anche e soprattutto a causa di esso diciotto milioni di yemeniti vivono nell’insicurezza alimentare, mentre 400.000 bambini sono malnutriti.
In novembre i governi di Germania, Danimarca, Finlandia e Olanda hanno dichiarato di non voler più vendere le armi a Riyadh, mentre già nel 2017 una risoluzione dell’Europarlamento richiese l’embargo nei confronti della vendita di armamenti ai sauditi, in seguito però mai imposto. Su questi argomenti di seguito è possibile ascoltare l’intervista registrata oggi con Francesco Vignarca.