MEDIO ORIENTE, Siria. Ennesimo attacco israeliano, colpita la base aerea T-4 presso Homs

Il raid è la risposta al lancio di razzi sul Monte Hermon di sabato notte. In poco più di due mesi le forze armate dello Stato ebraico hanno colpito il territorio siriano almeno cinque volte. Obiettivo non soltanto le installazioni militari di al-Assad, ma anche i miliziani libanesi di Hezbollah e i pasdaran iraniani

È il secondo attacco israeliano contro il territorio siriano in due giorni, secondo fonti militari siriane citate dai media locali, la difesa aerea di Damasco avrebbe intercettato alcuni missili lanciati dagli israeliani. Questa mattina il comando di Tsahal ne aveva ordinato il lancio contro la base aerea siriana T-4, un’installazione militare situata nei pressi della città di Homs. Il bilancio, oltre alla distruzione di alcuni magazzini logistici e riservette contenenti munizionamento, avrebbe provocato due morti e due feriti.

Lo strike missilistico di oggi segue dappresso quello del giorno precedente, diretto stavolta contro i depositi e le postazioni iraniane e dell’Hīzbūllāh libanese a sud di Quneitra, nel Golan.

Nei raid, confermati in seguito dalle autorità israeliane, sono state colpite batterie di artiglieria dell’esercito di Damasco, posti di osservazione situati presso il confine e postazioni della difesa aerea.

Ufficialmente si tratterebbe della rappresaglia di Gerusalemme per il lancio di razzi contro il Monte Hermon proveniente dal territorio siriano nella notte tra sabato e domenica.

Un’incidente ritenuto dallo stato maggiore di Tsahal «niente affatto casuale», poiché non sarebbe la conseguenza di uno scambio di fuoco avvenuto nelle zone a ridosso della frontiera con lo Stato ebraico nel corso di un combattimento tra le fazioni siriane impegnate nella guerra civile.

Non è la prima volta che la base aerea T-4 diviene oggetto delle attenzioni della IASF (Israel Air and Space Force), dato che è stata bombardata anche nel passato.

In essa, infatti, oltre alle unità dell’aeronautica siriana sono presenti anche distaccamenti del dispositivo aereo inviato dalla Russia in sostegno all’alleato al-Assad, nonché un contingente delle Guardie rivoluzionarie iraniane (pasdaran) inviate in loco da Teheran.

Negli ultimi dieci giorni l’intelligence israeliana vi avrebbe registrato tre atterraggi di velivoli Boeing 747 della Repubblica islamica, ritenendo conseguentemente che si sia trattato di trasferimenti di armi e materiali destinati a rifornire le forze che gli ayatollah hanno schierato in Siria.

Tra aprile e giugno di quest’anno sono stati almeno cinque i raid effettuati dallo Stato ebraico in Siria: il 13 aprile contro obiettivi militari siriani preso la città di Hama, il 17 maggio contro installazioni iraniane e di Hezbollah presso la capitale Damasco, il giorno 28 dello stesso mese contro un sito di lancio siriano presso Quneitra, nel Golan, il 2 giugno contro depositi e postazioni iraniane e di Hīzbūllāh sempre a sud di Quneitra e il 3 giugno (oggi) contro la base aerea T-4 di Homs.

Fonti vicine all’opposizione al governo di Bashar al-Assad affermano che, della decina di uomini uccisi in questa ultima serie di bombardamenti israeliani sulla Siria, almeno sette sarebbero di nazionalità iraniana oppure combattenti appartenenti alla milizia sciita libanese.

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