AFRICA, Angola. Fabbisogno alimentare e bilancia dei pagamenti: eccesso di valuta estera per pagamento importazioni

Nel primo trimestre del 2019 la Banca nazionale (BNA) ha messo a disposizione 583 milioni di dollari Usa a copertura delle spese di importazione di cibo e 198,1 milioni per beni e servizi, somme spese in soli tre mesi che pesano significativamente sulle riserve internazionali nette

L’Angola spende una quota eccessiva di valuta pregiata internazionale per importare beni e prodotti alimentari. Lo riferisce il periodico “Africa e Affari” che riporta la denuncia del presidente della banca nazionale del Paese africano (BNA), Pedro Castro e Silva.

Egli ha precisato che nel primo trimestre del 2019 il suo istituto ha messo a disposizione 583 milioni di dollari Usa a copertura delle spese di importazione di cibo e 198,1 milioni per beni e servizi, aggiungendo che tali importi, spesi in soli tre mesi, esercitano un peso significativo sulle riserve internazionali nette, in particolare in considerazione della prevista tendenza al declino delle scorte.

Pedro Castro e Silva, intervenendo a una conferenza organizzata dalla banca centrale sul tema “La sostenibilità delle riserve internazionali”, ha inoltre suggerito che l’utilizzo di valuta estera potrebbe essere ridotto se il paese scommettesse sulla produzione interna e sulla diversificazione dell’economia.

Il peso dell’agricoltura nel prodotto interno lordo angolano è pari al 6,2%, molto meno rispetto a quello di altri paesi africani, come ad esempio il Sudafrica (16%), la Nigeria (21%) e il Mozambico (22%).

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