CRIMINALITÀ, droga e bit coin. Nel “dark web” i traffici di cocaina e acidi lisergici, per pagare usata la moneta virtuale

L’operazione «Darknet.Drug» ha portato al sequestro di cocaina, ketamina, MDMA, LSD ed ecstasy. Le Fiamme gialle del Nucleo speciale per la tutela della privacy e le frodi tecnologiche di Roma si è avvalso della collaborazione dei colleghi di Barletta, Andria e Bari. Il “Black Market” è accessibile attraverso browsers che consentono la navigazione in Internet nel completo anonimato

Il Nucleo speciale per la tutela della privacy e le frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma è risalita a uno spacciatore di droga che, servendosi si Internet, collocava la sua «merce» in tutto il mondo.

Nel corso delle perquisizioni che ne sono seguite i militari delle Fiamme gialle hanno rinvenuto oltre due chilogrammi si sostanze stupefacenti (cocaina, ketamina, MDMA) pronti alla commercializzazione in rete, oltre a numerose pastiglie di ecstasy e francobolli impregnati di LSD.

Sempre nell’ambito della stessa operazione – denominata Darknet.Drug – a Barletta è stato sequestrato un locale commerciale dove veniva esercitata l’attività di exchange di Bitcoin, la moneta virtuale che ha trovato ampia diffusione nell’universo dell’illegalità e nei traffici nel dark web.

Sono stati sottoposti a sequestro anche personal computer, notebook e smartphone utilizzati per la navigazione in rete. Nel corso dell’operazione è stata arrestata una persona perché travata in possesso di armi da sparo.

Le attività svolte dagli investigatori hanno preso avvio dall’analisi dell’offerta di vendita di stupefacenti mediante alcune piattaforme Internet, il cosiddetto «Black Market» del dark web, un luogo informatico accessibile soltanto attraverso l’utilizzo di browsers che consentono di navigare in rete nel completo anonimato (browser TOR con dominio.onion).

Infatti, le risorse del dark web non vengono indicizzate dai comuni motori di ricerca e non sono registrate presso i pubblici registri dei domini, in quanto finalizzate a garantire l’anonimato degli utenti che vi navigano.

Per ottenere questo risultato la connessione viene fatta “rimbalzare” tra più server, denominati «nodi», ubicati in stati diversi in modo da rendere pressoché impossibile rintracciarne l’origine. I dati scambiati vengono criptati tra un nodo e l’altro e l’accesso non è libero, ma limitato agli utenti accreditati.

Questi siti vengono suddivisi in sezioni classificate sulla base della tipologia dei prodotti posti in compravendita (ad esempio: Fraud, Drugs, Weapons, Counterfeit Items, Identity Data, Credit Cards, Knives, Guns and Explosives, Passports, eccetera).

Assunta e analizzata ogni utile informazione ricavabile dall’analisi del black market, gli investigatori del Nucleo speciale tutela della privacy e frodi tecnologiche hanno quindi associato i risultati ottenuti ad altre informazioni ricavate nel mondo del clear web, cioè all’interno di applicazioni e siti tracciabili.

I successivi accertamenti tecnici condotti sul territorio hanno permesso di individuare una persona che svolgeva le proprie attività illegali nella città di Barletta, in Puglia.

Ulteriori riscontri hanno consentito di appurare che uno degli indagati era dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti in rete, ricavandone notevoli guadagni, nell’ordine delle migliaia di euro mensili.

L’organizzatore del traffico, che in rete era conosciuto col nickname di goodoo, era riuscito a guadagnarsi la stima di diversi acquirenti in tutto il mondo grazie alla qualità della droga che poneva in vendita.

Attualmente, ricorrendo alle tecniche della Digital Forensic, i militari delle Fiamme gialle starebbero proseguendo nelle indagini concentrandosi sull’analisi dei personal computer, notebook e telefoni cellulari sequestrati, nonché attraverso accertamenti di natura finanziaria.

All’operazione avviata dal Nucleo speciale hanno partecipato anche i Finanzieri di Barletta e Andria, nonché le unità cinofile poste a disposizione dal Comando di Bari.

Condividi: