Tunisia-Italia: al via il vertice intergovernativo

Confermate le intense e imprescindibili relazioni bilaterali. Molte le tematiche discusse: rapporti bilaterali, Libia, sviluppo, interscambio commerciale, sicurezza. Roma è il primo fornitore di Tunisi.

Ha avuto luogo oggi a Tunisi il vertice intergovernativo Italia-Tunisia. Alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, e dei suoi vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oltreché del ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi, sono stati affrontati i numerosi aspetti della collaborazione bilaterale tra i due paesi.

L’obiettivo è quello di fornire un ulteriore impulso a dei rapporti già intensi. Centrale nelle discussioni il tema delle migrazioni e la lotta la traffico di essere umani. Tunisi, infatti, in questo rappresenta un partner imprescindibile e di rilevanza cruciale.

Per quanto concerne la politica estera, in primo piano ovviamente c’è il dossier libico, emergenza alla quale sia la Tunisia che l’Italia conferiscono importanza prioritaria, poiché a essa è direttamente collegata la sicurezza nazionale di entrambi i paesi.

Dall’altra sponda del Mediterraneo si guarda all’Italia e alle sue iniziative in campo internazionale con estremo interesse, in quanto ritenute essenziali alla promozione del dialogo e alla riduzione dei rischi di escalation militare.

L’economia. nel campo della cooperazione commerciale si registra un forte interscambio, pari circa a sei miliardi di euro, in aumento del 10,1% su base annua, che vede l’Italia primo fornitore e secondo investitore nel Paese maghrebino.

Una crescita che potrà ottenere ulteriori impulsi a seguito dei previsti incontri bilaterali istituzionali e del Forum economico che avrà luogo a margine del vertice intergovernativo.

Di rilievo il contributo apportato in Tunisia dalle imprese italiane, circa ottocento, che danno lavoro a 63.000 persone, favorendo al contempo crescita e stabilità.

In agenda la stipulazione di diversi accordi nei settori dell’interconnessione elettrica e della cooperazione allo sviluppo, che seguono quelli di cooperazione siglati poche settimane fa al fine di promuovere, in collaborazione con Cassa depositi e prestiti, sia l’agricoltura che l’economia sostenibile del Paese maghrebino.

Come accennato in precedenza, lo scorso anno il volume del commercio bilaterale ha raggiunto i 5,9 miliardi di euro, registrando un aumento del 10,1% rispetto al 2017. Le esportazioni italiane hanno raggiunto i 3,46 miliardi di euro, in crescita quindi dell’8,7%, mentre dal paese nordafricano sono stati importati beni per 2,48 miliardi, anche in questo caso segnando 12,3% di incremento. Le principali esportazioni italiane verso la Tunisia sono relative ai prodotti della raffinazione del petrolio, il cui valore nel 2018 ha raggiunto i 983 milioni di euro, coprendo circa il 28% del totale degli scambi in quella direzione.

Le principali voci dell’import italiano, invece, si rinvengono negli articoli di abbigliamento (476 milioni di euro nel 2018), nelle calzature (244 milioni), petrolio greggio (191 milioni), oli e grassi vegetali e animali (181 milioni).

L’Italia è il paese che ha esportato maggiormente in Tunisia nel primo bimestre del 2019, davanti a Francia e Cina. Secondo l’istituto di statistica tunisino nei mesi di gennaio e febbraio sono state esportate merci per un valore pari a 1,743 miliardi di dinari tunisini, cioè all’incirca 520 milioni di euro (Parigi ne ha esportati per 420 milioni di euro, mentre Pechino per 282 milioni).

Le importazioni italiane dalla Tunisia sono state pari a un valore di 1,319 miliardi di dinari (390 milioni di euro), con un saldo commerciale negativo per la Tunisia di 423 milioni di dinari (poco più di 125 milioni di euro). L’Italia è dunque il secondo partner commerciale della Tunisia, con un interscambio di 3,062 miliardi di dinari tunisini (910 milioni di euro).

Nel corso degli ultimi anni l’interscambio commerciale tra i due paesi mediterranei è aumentato gradualmente. Per restare agli ultimi dati riscontrati, nel primo bimestre 2019 rispettivamente del 16,7% e del 15,3%; in particolare, quelle tunisine sono state pari a 7,719 miliardi di dinari (2,28 miliardi di euro), mentre l’Italia ha importato per un valore pari a 10,181 miliardi di dinari (3,01 miliardi di euro).

La bilancia commerciale è negativa per la Tunisia, meno 2,462 miliardi di dinari (730 milioni di euro). In particolare risultano calo del 15,7% le esportazioni agricole e dell’industria agroalimentare, fondamentali comparti merceologici (meno 933,3 milioni di dinari, al cambio 276 milioni di euro).

Migliora invece l’export del settore minerario, fosfati e derivati in primo luogo, cresciuto del 68,5% (274,6 milioni di dinari tunisini pari a circa 81 milioni di euro), anche bene i settori meccanico ed elettrico, che ha registrato un incremento del 19,2%, pari a un ammontare di miliardi di dinari (circa un miliardo di euro).

Riguardo agli investimenti esteri in Tunisia, l’Italia nel corso del 2018 si è collocata al terzo posto dietro Francia e Qatar. Centocinquanta i progetti in fase di sviluppo, per un valore complessivo di 154,45 milioni di dinari (45,69 milioni di euro), con una non indifferente ricaduta sul piano occupazionale, infatti 1.663 sono stati i posti di lavoro creati lo scorso anno. Gli investimenti diretti esteri italiani (Ide) hanno coperto l’8,4% del totale. Tuttavia, al primo posto si colloca la Francia, con 204 progetti per 625,86 milioni di dinari (185,15 milioni di euro), 4.132 posti di lavoro creati e una quota Ide del 34,2%, seguita dal Qatar, che ha in sviluppo di sei progetti per un valore complessivo di 478,72 milioni di dinari (141,62 di euro), per 232 nuovi posti di lavoro e una quota Ide del 26,2 per cento. Dopo l’Italia seguono la Germania (7,4% di Ide), Emirati Arabi Uniti (4,8%) e Regno Unito (4,5%).

Condividi: