SOMALIA, terrorismo: al-Shabaab rivendica l’attacco compiuto a Mogadiscio, cinque morti.

L’azione è stata rivendicata dal gruppo jihadista al-Shabaab, da anni attivo nel Paese

La capitale somala è stata duramente colpita dai terroristi islamisti, l’esplosione di due autobombe posteggiate nei pressi di una stazione della polizia ha provocato almeno cinque morti.

Zakia Hussein, vice capo delle locali forze di sicurezza, in giornata ha confermato che l’azione è stata rivendicata dal gruppo jihadista al-Shabaab, da anni attivo nel Paese del Corno d’Africa.

Gli shabaab, seppure indeboliti dall’azione di contrasto posta in essere nei loro confronti dall’esercito somalo e dai militari dell’AMISOM, mantengono ancora il controllo su vaste zone del Paese.

Questa è una delle ragioni per le quali il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinviato il termine precedentemente fissato per la riduzione della consistenza del contingente inviato dall’Unione africana, poiché la polizia somala non sono ancora sufficientemente preparate per garantire la sicurezza nel Paese.

Attivi a partire dal 2006, i militanti di al-Shabaab nel tempo hanno costituito una delle formazioni jihadiste maggiormente pericolose dell’Africa. Affiliata ad al Qaeda e successivamente infiltrata dall’Isis, colpisce obiettivi situati anche oltre la porosa frontiera con il Kenya. Tuttavia è a Mogadiscio che si è imposta per la sua capacità operativa.

Le prime apparizioni della milizia islamista che poi si affermerà come Harakat al-Shabaab al-Mujahiddin risalgono al 2006, quando, nel caos della perdurante guerra civile seguita alla deposizione del dittatore Siad Barre, l’Unione delle Corti islamiche, ricevuto l’appoggio della popolazione di Mogadiscio, assunse il controllo della capitale ponendo così termine al dominio dei locali warlords, in sanguinosa lotta tra loro.

Le “Corti” – ultima risorsa di stabilità e relativa legalità per una popolazione stremata da una guerra senza quartiere – non avendo la forza sufficiente per contrastare militarmente le fazioni armate nemiche, dovettero necessariamente fare ricorso al supporto degli shabaab (al-Shabaab in arabo significa «la gioventù»), in quel periodo l’aggregazione islamista più giovane, disciplinata e radicale presente in Somalia.

Il gruppo estremista si affermò durante la cosiddetta «muqaawama», cioè la resistenza alle truppe etiopiche che, col placet Usa, alla fine del 2006 invasero la Somalia per sostenere il governo federale di transizione somalo in quel momento formalmente in carica.

Fu allora che al-Shabaab iniziò ad acquisire spessore e consenso crescente tra la popolazione, al punto di affermarsi (dopo l’uscita di scena delle Corti islamiche) come il gruppo armato più strutturato e potente del paese.

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