CULTURA, Roma antica. Claudio Imperatore: un poveraccio con due mogli terribili, al via la mostra all’Ara Pacis di Roma

Questo è quanto si ricava dall’esame delle fonti antiche relative a Claudio, in particolare da Tacito e Svetonio, autori di fazione senatoria che abitualmente maltrattano i vari imperatori: inoltre è descritto come balbuziente, zoppicante e, con termine moderno, «con lievi deficit psichici».

 

Tiberio Claudio Druso nacque nel 10 a.C. a Lugdunum, odierna Lione, dove il padre, Nerone Claudio Druso, era impegnato in una campagna militare contro i Germani. Nerone Claudio Druso era il fratello minore del futuro imperatore Tiberio, nonché figlio di Livia Drusilla, seconda moglie di Augusto. La madre era Antonia Minore, figlia del triumviro Marco Antonio e di Ottavia Minore sorella di Augusto. Era quindi di nobilissimi natali, imparentato con Augusto direttamente o indirettamente sia per parte di padre che di madre.

 

Suo fratello maggiore era Nerone Claudio Druso – era uso nell’antica Roma che il primogenito assumesse il nome del padre -, più noto come Germanico, grande generale distintosi nelle campagne contro i barbari e morto, forse avvelenato, a trentacinque anni. Dal suo matrimonio con Agrippina Maggiore, figlia di Giulia (a sua volta figlia di Augusto e del generale Agrippa), nacquero diversi figli che ebbero sorte tragica. Nella famiglia Giulio-Claudia era frequente congiurare e sterminare i congiurati o presunti tali; si salvò solo uno dei figli di Germanico, che divenne imperatore alla morte forse affrettata di Tiberio (pare che fosse stato soffocato nel sonno) e che regnò col soprannome di “Caligola”, datogli da bambino per la sua abitudine di indossare una sorta di scarponcini da soldato, le caligæ. In mezzo a tutte queste sanguinose vicende che gli distrussero la famiglia, Claudio sopravvisse mantenendo un basso profilo; data la sua non buona salute, da giovane ebbe un’ottima educazione classica piuttosto che militare, fatto che lo portò a essere uno studioso di notevole spessore. Fu cultore di etruscologia, parte di ciò che attualmente si conosce di quell’antico e misterioso popolo risale infatti ai frammenti di alcune sue opere riportate da scrittori posteriori. Si sposò con Plauzia Urgulanilla e poi con Elia Petina ed ebbe una figlia, fatta uccidere anni dopo da Domizio Nerone Enobarbo (quello dell’incendio di Roma). Si unì quindi in matrimonio con la giovanissima Valeria Messalina, di nobile famiglia imparentata con i Giuli-Claudi, dalla quale ebbe due figli, Ottavia e Cesare, quest’ultimo detto Britannico per celebrare la conquista della Britannia.

 

Dopo l’assassinio di Caligola, Claudio rimase l’unico superstite della famiglia e fu eletto al trono dai pretoriani a cui concesse donativi in denaro. Di Messalina gli storici antichi hanno riferito cose terribili, descrivendola come una ninfomane assatanata che insidiava tutta la corte. Non solo, non contenta, mascherata con una parrucca bionda, si recava in squallidi bordelli unendosi con uomini di infima estrazione sociale, facendo in seguito ritorno al Palatino “stanca ma non sazia”. In realtà nulla di preciso conosciamo riguardo alle attività sessuali dell’imperatrice, sappiamo però che anche lei complottava, infine iniziò una relazione con il patrizio Gaio Silio, che decise addirittura di sposare mentre era ancora coniugata con Claudio. Quest’ultimo reagì immediatamente facendo uccidere Silio e Messalina, che aveva appena compiuto ventitré anni. Di nuovo solo, l’imperatore, dietro pressione di Narcisso e Pallante, suoi potentissimi liberti e consiglieri, decise di risposarsi e gli fu proposta sua nipote Agrippina Minore, figlia di Germanico, divorziata e madre di un ragazzo di nome Domizio Enobarbo. La nuova imperatrice, intelligente e astuta, riuscì a circuire l’ormai quasi sessantenne Claudio, convincendolo ad adottare Domizio, che in questo modo divenne il Nerone, noto nella storia, al quale venne fatta sposare Ottavia, mentre Britannico fu progressivamente emarginato.

 

Nel 54 d.C. Claudio morì.  secondo i soliti malevoli storici antichi, assassinato con dei funghi velenosi da Agrippina, che riuscì a far divenire imperatore Nerone, il quale successivamente si sbarazzò di Britannico, di Ottavia e, infine, della stessa Agrippina. Questo è quanto sappiamo, ma mentre gli storici antichi ne davano un giudizio negativo, quelli moderni hanno, al contrario, ravvisato non pochi elementi di rivalutazione, non nella sua vita privata, bensì nell’attività di capo di stato. Claudio, infatti, fu un buon amministratore e si adoperò per la centralizzazione dell’impero, allargando contemporaneamente la partecipazione dei provinciali alla gestione degli uffici pubblici. Creò un’efficiente burocrazia ponendo i suoi fidi liberti a capo degli uffici “ad epistulis, a rationibus, a libellis, a studis”. Lanciò i suoi generali, Svetonio Paolino, Corbulone, Vespasiano, in una serie di conquiste: Britannia, Mauritania, Tracia, Rezia e Norico. Avviò una serie di grandi lavori pubblici, fece scavare il porto di Ostia, tentò la bonifica del Fucino, completò gli acquedotti dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus. Rispettò il Senato, tuttavia ne fece uccidere parecchi membri accusandoli di cospirazione. Fu tollerante nei confronti delle varie religioni praticate in quel momento, anche se, secondo Svetonio, espulse da Roma molti Giudei “impulsore Chresto adsidue tumultuantes”, che forse è la prima testimonianza dell’esistenza dei cristiani intorno al 40 dopo Cristo. Il bilancio, dunque, non è così negativo come si è creduto per due millenni, infatti Claudio non è stato un Augusto o un Traiano, in ogni caso un imperatore  decorosamente nella media.

 

Lo scorso anno la municipalità di Lione e il locale museo delle belle arti (Musée de Beaux Arts), per celebrare l’illustre concittadino hanno organizzato una mostra che ha ripercorso la vita privata e pubblica di Claudio con grande successo di pubblico. Ora la mostra si è trasferita a Roma presso l’Ara Pacis, con il titolo “Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina le ombre di una dinastia”, un evento promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Ville de Lyon, ideato dal Musée des Beax Arts e organizzata da Zètema. In essa sono esposte numerose opere provenienti da musei italiani ed esteri: statue, bassorilievi, monete, gioielli, iscrizioni, busti di membri della famiglia Giulio-Claudia, il tutto dominato da una grande statua dell’imperatore. Suggestivo l’allestimento, con un fondale rosso che richiama la porpora imperiale e le luci che indugiano sulle opere esposte; unico neo i cartellini esplicativi con caratteri piuttosto piccoli e talvolta in ombra, sono a caratteri bianchi su fondo rosso e quindi non facilmente leggibili, forse lo sarebbero di più se fossero a caratteri neri.

 

Roberto Filippi

 

 

 

“ Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia”

Roma, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta

dall’6 aprile al 27 ottobre

orario, tutti i giorni 9,30-19.30

catalogo L’Erma di Bretscheider

info: 060608   www.arapacis.it

 

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