ZONE GRIGIE, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. A 25 anni dall’assassinio in Somalia ancora ignoti i colpevoli

Nel giorno dell’anniversario del duplice omicidio della giornalista Rai e del suo operatore viene presentato un nuovo libro inchiesta, opera collettanea di in gruppo di giornalisti che in passato hanno investigato sul misterioso e controverso caso.
“Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” è il nuovo libro inchiesta di Luigi Grimaldi e di Luciano Scalettari che oltre che a ripercorrere i fatti introduce anche nuovi elementi di riflessione sulla tragica vicenda consumatasi il 20 marzo 1994 in una Somalia dilaniata dai warlords e dalle bande criminali.
Una vicenda che nella sua dinamica tocca in molti punti quella «parallela ma convergente» del maresciallo Vincenzo Li Causi.

Li Causi , criptonimo “Skorpio”, agente di punta del Sismi e informatore “confidenziale” della giornalista Ilaria Alpi, era stato a capo del misterioso centro Scorpione di Trapani, una delle emanazioni siciliane dell’organizzazione paramilitare stay behind della Nato nota come “Gladio”. Un uomo di notevoli capacità che nel suo passato di agente segreto era stato impiegato dai suoi superiori in alcune delicatissime operazioni, come quella effettuata nel Perù del presidente Alan Garcia per volere di Bettino Craxi, allora capo del governo, dove erano state fornite armi e addestramento alle forze di sicurezza di Lima ed era stata recuperata parte del “tesoro” sparito del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Ma non solo. Li Causi aveva partecipato anche alle attività volte alla liberazione del generale americano James Lee Dozier, sequestrato nel 1981 dai terroristi delle Brigate rosse-Pcc. Li Causi, dunque, sapeva molte cose del passato della prima Repubblica, forse troppe. L’ipotesi esplorata nel libro da Giannantoni – e suffragata da testimonianze dirette dei fatti e da una vasta mole di documenti – vedrebbe il sottufficiale del Sismi in una situazione molto difficile, dalla quale non vi sarebbe stata via di uscita. Egli avrebbe dovuto testimoniare ancora davanti ai magistrati di varie procure sulla Gladio, i traffici di armi clandestini e altre oscure vicende. In una fase estremamente delicata della storia di questo Paese caratterizzata dall’agonia della Prima Repubblica,  con il suo corollario di scontri intestini agli apparati più o meno occulti dello Stato, il depositario di segreti di tale importanza era divenuto oltremodo scomodo. Li Causi, scaltro e navigato uomo dei Servizi aveva compreso perfettamente il pericolo che stava correndo e cercò di prendere delle adeguate contromisure, iniziando a passare informazioni alla Alpi relative a torbide vicende verificatesi in Somalia che vedevano implicati personaggi interni o collaterali ai servizi segreti italiani. Così facendo inviò ben precisi segnali ai suoi referenti di Roma, tuttavia la sua morte era già stata decisa, infatti verrà assassinato a Balad, in Somalia, in circostanze assolutamente poco chiare il 12 novembre 1993.

Ascolta l’intervista dell’autore Massimiliano Giannantoni, giornalista di Sky TG24, autore del libro inchiesta “Skorpio, Vincenzo Li Causi: morte di un agente segreto”, edito per i tipi di Round Robin a venticinque anni dall’accaduto.

A081 – INTELLIGENCE, SERVIZI SEGRETI ITALIANI: SISMI, SOMALIA, MISTERIOSA MORTE DEL MARESCIALLO LI CAUSI.

 

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