Banca mondiale e Banca africana per lo sviluppo (Afdb) stanzieranno 47 miliardi di dollari per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Una vera e propria emergenza per un continente responsabile soltanto per il 4% delle emissioni globali di gas serra, tuttavia viene direttamente colpito dai mutamenti climatici. La Banca mondiale ha stanziato 22,5 miliardi per il quinquennio 2021-25, l’Afdb ne impegnerà venticinque nel periodo 2020-25, stanziamento destinato a incrementare gli investimenti nei progetti di sfruttamento delle fonti rinnovabili come le centrali solari.
Nel corso del vertice, al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente keniota Uhuru Kenyatta e quello francese Emmanuel Macron, il presidente dell’Afdb ha affermato che il suo istituto destinerà il 40% dei propri investimenti alla lotta ai mutamenti climatici. nell’occasione è stata siglata l’Alleanza finanziaria africana per il cambiamento climatico (AFAC), che ha lo scopo di coinvolgere borse, fondi pensione, fondi sovrani, banche centrali e altre istituzioni finanziarie africane, con l’obiettivo di indirizzare le loro operazioni sui mercati verso investimenti mirati alla riduzione delle emissioni di carbonio, perché, ha concluso, «non basta chiedere ai paesi di abbandonare le tecnologie inquinanti, dobbiamo essere pro-attivi nel proporre alternative credibili».
L’Afdb, assieme al Fondo verde per il clima e all’Unione europea, ha inoltre varato il programma Desert to Power, dieci miliardi di dollari per l’implementazione dell’iniziativa “10 GW di energia solare nel Sahel”, concepito per fornire elettricità a 250 milioni di persone. Gli annunci del finanziamento della Banca mondiale e della Banca africana di sviluppo sono stati fatti a margine della quarta Assemblea generale dell’Onu sull’ambiente, che si è svolta il 14 marzo a Nairobi. Il vertice ha riunito leader mondiali, industriali, organizzazioni internazionali ed esponenti della società civile. Le attenzioni sono state focalizzate sui possibili investimenti sul clima, in linea con l’Accordo di Parigi.
di Gianni Parrella