Anna Frank senza pace: scritte oltraggiose a Roma e oblio di Stato a Zagabria. Eliminato il Diario di Anna Frank dal programma scolastico, ma i cittadini croati si oppongono alla cancellazione della tragica pagina della storia che in passato ha coinvolto direttamente anche il loro paese. Nel frattempo a Roma ignoti hanno tracciato scritte antisemite e intolleranti sui muri: forse appartengono alle locali tifoserie.
Il ministero delle scienze, dell’istruzione e dello sport della Croazia ha rimosso dai programmi delle scuole primarie lo studio del “Diario di Anna Frank”, incisiva testimonianza degli orrori della shoah.
Il provvedimento ne segue un altro, della medesima impronta, preso due anni or sono e molto criticato, quello della revoca di una esposizione sull’Olocausto e la giovane ebrea tedesca rifugiatasi in Olanda autrice del Diario, allora in programma presso una scuola superiore del Paese che fu una Repubblica federata jugoslava. Fino a oggi nelle scuole del Paese balcanico la lettura del Diario di Anna Frank era facoltativa, quindi rimessa alla decisione degli insegnati, ma d’ora in avanti verrà completamente eliminata dal programma di lingua e letteratura.
Tuttavia, il giorno dopo la diffusione della notizia i cittadini croati non hanno esitato a lanciare una petizionee, raccogliendo oltre 4.000 firme, per reintrodurne l’insegnamento. Le istituzioni di Zagabria sono state messe sotto accusa per non aver neppure spiegato i motivi di un provvedimento di tale gravità e importanza. Dal canto suo, trovatasi in una posizione oggettivamente difficile, la titolare del dicastero dell’istruzione Blazenka Divjak ha cercato di giustificarsi dichiarando di «accettare le critiche» sollevate e di «tenere in considerazione anche le opinioni degli insegnanti», che avranno l’opportunità di esprimere le proprie idee su quali debbano essere le letture obbligatorie nelle scuole tramite dei questionari.
Non si tratta di un episodio isolato, poiché una storia analoga si era verificata nel 2017, quando il preside della scuola superiore di Šibenik (Sebenico) rimosse dalle pareti dell’istituto che dirigeva le immagini della mostra sulle vittime dell’Olocausto, poiché – a suo dire – da esse trasparivano le responsabilità degli ustascia nazisti di Ante Pavelić nella commissione di crimini contro l’umanità durante la Seconda guerra mondiale.
Nostalgia latente per il passato? In parte forse sì, comunque è cosa probabilmente diversa dall’intolleranza e dall’ignoranza che ha guidato la mano del writer imbrattatore del muro al Circo Massimo di Roma. «Romanista Anna Frank» recitava il messaggio, concepito evidentemente per risultare offensivo nei confronti dell’altra tifoseria capitolina, in quanto accomunante un’ebrea con gli “ariani” della “tribù” nemica. La scritta era accompagnata da una svastica e dalla sigla SSL, invero di difficile interpretazione, visto che non può essere certo ricondotta alla Società Sportiva Lazio. Un messaggio intollerante e antisemita che coincide con l’allarme razzismo lanciato proprio ieri dai servizi di intelligence italiani.
Sempre a Roma, ma stavolta nel quartiere della Garbatella, è stata tracciata un’altra scritta razzista e violenta: «Nel forno che vorrei froci, zingari e giudei», anche questa accompagnata da una svastica.
Come commentare questi squallidi episodi? Evitando la retorica di maniera. Infatti, i gargarismi verbali lasciano il tempo che trovano, sono utili solo agli uffici comunicazione e stampa di politici e amministratori. La stupidità purtroppo resterà sempre parte della natura umana, a differenza dell’ignoranza, che invece, senza supponenza ma con tenacia e determinazione, se non debellare si può certamente ridurre a livelli “fisiologici”.