AFRICA, Somalia. La difficile ripresa di uno stato fallito e la cooperazione italiana

(04FEB19, redazione insidertrend.it; fonte: infomercatiesteri.it) – Dopo più di vent’anni di guerra civile, nell’agosto del 2012, la conclusione del delicato processo di transizione politica avviata nel 2004 a Nairobi, ha inaugurato una nuova fase di ulteriore stabilizzazione politica. In questi ultimi vent’anni, anche alla luce delle ben note relazioni storiche con l’Italia, Roma non ha mai fatto mancare il suo sostegno, volto principalmente al ripristino della pace e della sicurezza, nonché alla creazione di solide Istituzioni centrali e di legittimi apparati di governance locali.

L’azione diplomatica italiana in Somalia è sintetizzabile in tre pilastri, indispensabili alla crescita e allo sviluppo della collaborazione in campo politico, diplomatico ed economico.

La cooperazione nel settore della sicurezza si esplica sia a livello bilaterale che nell’ambito dei principali fora regionali, quali l’Unione Africana e l’IGAD, nonché internazionali (Unione Europea e Nazioni Unite). Al centro dell’agenda c’è ovviamente l’impegno nella lotta al terrorismo internazionale di matrice islamista e il contrasto delle attività criminali transnazionali, come la pirateria e il traffico di esseri umani. Roma supporta il contingente AMISOM (African Union Mission in Somalia) impegnato nella difficile opera di stabilizzazione del paese, inoltre sostiene lo sforzo di Mogadiscio teso alla ricostruzione dell’esercito nazionale e delle forze di polizia. Cooperazione allo sviluppo. La cooperazione italiana allo sviluppo è impegnata in una serie di interventi umanitari a benefico della popolazione locale. Essa interviene in diverse forme perseguendo vari obiettivi, dalla creazione di posti di lavoro alla sicurezza alimentare, dalla ricostruzione degli edifici pubblici allo sminamento e all’assistenza sanitaria.

È stato inoltre elaborato un programma per le emergenze in aiuto delle comunità di sfollati e dei soggetti maggiormente vulnerabili come le donne e i bambini. Le zone di intervento sono il corridoio di Afgoi, le regioni del basso Scebeli, del Gagaduug e del Mudug. Esse vedono protagoniste le ONG italiane attraverso i loro partner somali.

Decisivo è inoltre l’intervento nella ricostruzione, che nell’ambito dell’Accordo di Novazione tra Roma e Mogadiscio, ha consentito di implementare alcune iniziative mirate alla riabilitazione e al rafforzamento delle infrastrutture quali strade, vettori portuali e aeroportuali, a cui si affianca l’intervento in supporto al rafforzamento delle strutture sanitarie, ambulatori e ospedali, in diverse aree del Paese.

Infine, l’Italia continua a operare per la ricostruzione dello Stato somalo nelle strategiche amministrazioni della giustizia, della cooperazione economica.

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